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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:33|3|0]]la memoria queste cose, conciosiachè tu medesimo solevi già, mentre l'avevi prospera e favorevole, morderla con generose parole valentemente, e l'andavi con quelle sentenze perseguitando, le quali dei nostri più riposti luoghi e più segreti cavate avevi; ma, perciocchè nessuno mutamento di cose subito non avviene senza una qualche, come noi diremmo, tempesta d'animo, quinci è nato che tu alquanto ti sei dalla tua consueta tranquillità allontanato. Ma egli è tempo che tu pigli per bocca e assaggi alcuna cosa tenera e dilettevole, la quale, penetratati all'interiora, ti faccia la via a beveraggi più gagliardi. Venga dunque la dolce persuasione della rettorica, la quale allora solamente per via diritta cammina, quando i nostri ammaestramenti non abbandona; e insieme con esso lei canti la musica, nata e allevata nella nostra magione, ora più leggieri modi, e quando più gravi. Che cosa è dunque quella, o Boezio, la quale t'ha in tristezza sbattuto, e a sì gran pianto? Io per me penso che tu abbi alcuna cosa veduto nuova e indisusata. Se tu stimi che la fortuna si sia verso te mutata, tu l'erri. Questi son sempre stati i costumi suoi, così è fatta la natura di lei; anzi ha ella, rivolgendotisi, mantenuto più tosto la sua costanza, che è proprio di mutarsi: cotale era ella quando t'accarezzava; cotale quando con zimbelli e allettamenti di non vera felicità ti si girava d'intorno, sollazzandoti. Tu hai ora molto ben compreso quai siano e come fatti i visi di questa Dea cieca, i quali sono tanto dubbiosi a potersi conoscere. Ella, che ancora agli altri si cuopre, a te s'è svelata