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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:47|3|0]]
10Sua magion ponga: chè, chi dritto stima,
Quella a pena sostiene
I venti; e questa viene,
Mancandole il terreno,
A piegar tutta, e venir tosto meno.
15Se vuoi lieto e sicuro
Viver senza periglio,
Fondar tua casa sopra umil ma duro
Sasso prendi consiglio.
Chi ciò fa, quando il figlio
20Del buon Saturno tuona,
Non scolora la fronte e non corona;
Ma dentro allegro e fuori
Colle sue scorte fide
L'ira del cielo e le minaccie ride.
PROSA QUINTA.
Ma, posciachè i rimedii delle mie ragioni già cominciano a scendere in te e penetrarti, penso che sia bene che io usi di quegli i quali alquanto siano più gagliardi. Or su dunque, presupponghiamo che i doni della fortuna non fossero nè cadevoli, nè transitorii: che cosa però si ritrova in loro, la quale o possa mai divenire vostra, o, ragguardata molto bene e considerata, non invilisca? Dimmi: le ricchezze sono elleno da essere tenute in pregio per ragion di voi, o per loro propria natura? E qual di loro è meglio: l'oro massiccio, o buona quantità di danari contanti? Certa cosa è, che più risplendono spendendole, che serbandole; conciosiacosachè l'avarizia fa sempre gli uomini odiosi, e la larghezza chiari. Ora, se restare appo alcuno non può quello che egli in altrui trasferisce, allora sono da stimare i danari,