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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:48|3|0]]quando, traslati in altri mediante la liberalità, non si posseggono più; oltra ciò i danari, se quanti ne sono in tutto il mondo si ragunassero appresso un solo, farebbero poveri tutti gli altri; e pur si vede che una voce è udita da molti tutta parimente: ma le vostre ricchezze non possono, se non minuzzate e divise, trapassare a' più; il che se avviene, bisogna di necessità che tutti coloro facciano poveri, da cui partite si sono. Oh strette dunque e povere ricchezze vostre, le quali nè si possono possedere tutte a un tratto da più persone, e a un solo senza far poveri gli altri non vanno! Forse lo splendore delle pietre preziose tira a sè gli occhi e gli diletta: ma se in questo splendore è cosa alcuna di singolare, ella è la luce; e la luce non è il bene degli uomini, ma delle gemme, le quali molto mi maraviglio che dagli uomini siano ammirate; perchè qual cosa, che manchi del movimento dell'anima e della commessura delle membra, può ragionevolmente bella a coloro parere, i quali hanno l'anima e la ragione? E, avvengadiochè le gemme, mediante l'opera del facitore e per la varietà propria e distinzione loro, abbiano in sè nell'ultimo grado alcuna bellezza; essendo nondimeno assai più basse, che l'eccellenza vostra non è, non meritano che voi con meraviglia le riguardiate. Or vi diletta la bellezza de' campi? Perchè no? risposi, essendo ella d'una bellissima opera non brutta parte, in quel modo che ci allegriamo alcuna volta di vedere il mare tranquillo, e che il cielo, le stelle, il sole e la luna con meraviglia ragguardiamo. Che ha, disse ella, da far teco alcuna di queste cose? così