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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:53|3|0]]
Non era, per che uom fero
Pria movesse arme altrui, perchè vedea
Le piaghe, o non scernea
Delle piaghe alcun frutto.
35Deh! chè non torna a quelli
Costumi antichi e belli
Il secol nostro, sanguinoso tutto?
Ma d'insaziabil fame
Qual Mongibello ardon le nostre brame:
40Chi fu, lasso, colui che primo ascosi
Cavò l'argento e l'oro,
Pregio e periglio in un, danno e ristoro?
PROSA SESTA.
Ma che dirò io ora delle dignità e della potenza, le quali voi, come quegli che non sapete qual sia la vera dignità e potenza, portate, lodando, infino al cielo? le quali se abbattono a cadere in persone malvagie, quali incendii di Mongibello quando più rutta fiamme maggiori, qual diluvio fece mai tanti danni e ruine, che più non ne facciano queste e maggiori? Certamente gli antichi vostri vollero, come penso ti ricordi, disfare per la superbia dei Consoli e distruggere l'imperio e potestà consolare, il quale della libertà era stato principio; e prima avevano pur per cagione della superbia tolto via della città il nome di re. E se mai, il che occorre radissime volte, le dignità e le potenze si dánno agli uomini buoni e da bene, che è quello che in esse piaccia, altro che la bontà di coloro che bene l'usano? E così avviene che non le dignità onorino le virtù, ma le virtù le dignità. Ma quale è cotesta vostra preclara potenza e disidere-