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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:55|3|0]]altro, non può fare ch'uno altro non possa contra lui, vaglia niente? Oltr'a questo, se le dignità e potestà avessero alcun ben proprio e naturale in loro, mai alle mani non verrebbero degli uomini pessimi, perciocchè mai non sogliono le cose opposte l'une all'altre unirsi in uno e accompagnarsi, nè soffre la natura che due contrarii si congiungano insieme: onde, non essendo dubbio che agli uomini cattivi toccano le più volte le dignità, viene ancora ad essere manifesto che elleno di loro natura buone non sono, posciachè soffrono di stare con uomini rei; il che si può dirittamente di tutti i doni della fortuna giudicare, i quali a coloro più larghi vengono, che più sono viziosi. D'intorno a' quali penso che questo ancora debba considerarsi, che niuno dubita colui essere forte o gagliardo, nel quale vede la fortezza e la gagliardía. E chiunque ha la velocità non è dubbio ch'è veloce; similmente la musica fa gli uomini musici; la medicina medici; la rettorica rétori: perciocchè la natura di ciascuna cosa fa quello che le è proprio di fare, nè si mescola con effetti di cose contrarie a lei, e per sè stessa scaccia quelle cose che avverse e opposte le sono. Ora nè le ricchezze possono spegnere la insaziabile avarizia, nè la potestà farà mai padrone di sè medesimo colui il quale le ree e lorde libidini tengono con indissolubili e non disnodevoli catene legato; e la dignità che si concede agli uomini malvagi, non solo non gli fa degni, ma gli scuopre più tosto e gli mostra indegni: e questo donde viene, dirolti. Voi, mortali, pigliate piacere di chiamare le cose con nomi falsi, dando loro

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