Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
59 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:59|3|0]]insieme con gli autori loro preme e annulla la lunghezza e oscurità del tempo? E a voi, quando pensate la fama del tempo futuro, pare prolungare l'immortalità; ma se tu agl'infiniti spazii l'agguagli dell'eternità, che cagione hai di rallegrarti della lunghezza e duramento del nome tuo? Perciocchè, se tra lo spazio d'un momento solo e diecimila anni si facesse comparazione, perchè l'un tempo e l'altro è determinato, benchè picciolissima, pure vi sarebbe tra loro alcuna proporzione; ma questo stesso numero d'anni, eziandío moltiplicato quanto tu vuoi, non si può nè agguagliare ancora a quella lunghezza che non ha termine nessuno, cioè all'eternità: perchè tra le cose finite è alcuna proporzione quando s'agguagliano l'una coll'altra; ma tra una cosa finita, e una che è infinita, non può mai cadere agguaglio nè comparazione nessuna: onde nasce che la fama d'alcun tempo, e sia lungo quanto si voglia, comparata all'eternità, la quale mai non vien meno, pare che sia, non dico picciola, ma veramente nulla. Ma voi non sapete far mai opera buona, se non per compiacere al popolo ed esserne vanamente lodati; e, lasciato indietro la nobiltà e il vero pregio della coscienza e della virtù, volete che i guiderdoni dei fatti e opere vostre siano l'altrui parole e ragionamenti. Sta' a udire quanto sollazzevolmente e con garbo in cotale leggerezza d'arroganza burlò un tratto uno. Costui essendo ito a trovare e detto di gran villaníe a uno il quale, non per essere virtuoso, ma per esser tenuto e acquistar gloria, s'era del nome di filosofo falsamente vestito; e avendo aggiunto: