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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:67|3|0]]Ma quegli, a cui pare che la migliore di tutte le cose sia la chiarezza della fama, s'affrettano o coll'arti della guerra o con quelle della pace di distendere il grido e perpetuare la gloria del nome loro. Moltissimi poi sono coloro, i quali misurano il frutto del bene col godere e darsi buon tempo; e questi pensano la suprema beatitudine essere posta ne' piaceri e diletti corporali. Trovansi eziandío di quegli che i fini e le cagioni d'essi beni o con l'uno di loro o coll'altro scambiano, come sono coloro i quali desiderano le ricchezze per essere possenti e aver de' piaceri, o appetiscono l'essere possenti per aver de' danari o per acquistarsi fama. In queste cose dunque e in altre così fatte tutta l'intenzione degli atti e desiderii umani si ravvolge e travaglia, come sono, esempigrazia, la nobiltà e il favore popolare; le quali cose par che ne acquistino e arrechino una certa chiarezza e splendore, come la moglie e i figliuoli, che si desiderano per trarne giocondità. Degli amici, che sono la più santa generazione che trovare si possa, non dirò al presente, perciocchè eglino non nei beni di fortuna, ma tra quegli di virtù si debbono annoverare. Tutte l'altre cose o per cagione d'essere possenti si pigliano, o per cavarne dilettanza; e che i beni del corpo si riferiscano a' beni detti di sopra già è manifesto da sè, perciocchè la gagliardía e la grandezza della persona pare che n'apportino potenza, la bellezza e la velocità grido e nomea, la sanità diletto: per le quali tutte cose chiaro è che sola la beatitudine si desidera, conciosiachè ciascuno quello giudica essere il sommo

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