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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Della consolazione della filosofia.djvu{{padleft:80|3|0]]saranno. Laonde non può l’altrui splendore, se tu non sei chiaro da te, farti rilucere; e, se pure nella nobiltà è bene alcuno, egli (secondo il giudizio mio) è questo solo, che a’ nobili pare che sia posta necessità di non tralignare dalla virtù de’ maggiori loro.


LE SESTE RIME.

Tutto l’uman lignaggio
  D’un nascimento eguale
  E d’un principio stesso al mondo sorge,
  Chè di tutte le cose un solo è saggio
  5Vero padre immortale,
  Ch’a tutte il tutto ognor ministra e porge.
  Questi, chi dritto scorge,
  I raggi al sol, le corna a Cintia diede;
  Questi agli uomin la terra, al ciel le stelle;
  10Questi dall’alta sede
  L’anime tolte pargolette e belle,
  D’ogni saper, d’ogni ignoranza nude,
  Nelle membra caduche inspira e chiude.
Dunque tutti i mortali
  15Egualmente produce
  Un medesimo chiaro e nobil germe.
  A che le schiatte e i vostri avi con tali,
  S’un sol n’è capo e duce,
  Romor narrate, vane menti inferme?
  20Se le stabili e ferme
  Prime origini vostre, se pon mente
  Dio, che ne fece tutti e tutti regge,
  Nïun di bassa gente
  Può dirsi o vil, se non colui ch’elegge,
  25Oblïando onde nacque e dove aspire,
  Gir dietro a’ vizii, e le virtù fuggire.

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