< Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu
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Ma essendo la cosa sì manifesta che ciascuno la vede, sarò animoso in dire manifestamente quello che io intenderò di quelli e di questi tempi; acciocché gli animi de’ giovani che questi mia scritti leggeranno, possino fuggire questi, e prepararsi ad imitar quegli, qualunque volta la fortuna ne dessi loro occasione. Perché gli è offizio di uomo buono, quel bene che per la malignità de’ tempi e della fortuna tu non hai potuto operare, insegnarlo ad altri, acciocché, sendone molti capaci, alcuno di quelli, più amato dal Cielo, possa operarlo. Ed avendo ne’ discorsi del superior libro, parlato delle diliberazioni fatte da’ Romani, pertinenti al di dentro della città, in questo parleremo di quelle, che ’l Popolo romano fece pertinenti allo augumento dello imperio suo.

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