< Pagina:Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

discorsi 71

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio (1824).djvu{{padleft:91|3|0]]meno quando la ragione mostrava loro una cosa doversi fare, non ostante che gli auspizj fussero avversi, la facevano in ogni modo; ma rivoltavanla con termini e modi tanto attentamente, che non paresse che la facessero con dispregio della Religione: il quale termine fu usato da Papirio Consolo in una zuffa che fece importantissima coi Sanniti, dopo la quale restorno in tutto deboli ed afflitti. Perchè sendo Papirio in su i campi rincontro ai Sanniti, e parendogli avere nella zuffa la vittoria certa, e volendo per questo fare la giornata, comandò ai Pollarj che facessero i loro auspizj; ma non beccando i polli, e veggendo il Principe de’ Pollarj la gran disposizione dello esercito di combattere, e la opinione ch’era nel Capitano e in tutt’ i soldati di vincere, per non torre occasione di bene operare a quello esercito, riferì al Consolo come gli auspizj procedevano bene; talchè Papirio ordinando le squadre, ed essendo da alcuno de’ Pollarj detto a certi soldati i polli non avere beccato, quelli lo dissono a Spurio Papirio nipote del Consolo, e quello riferendolo al Consolo, rispose subito ch’egli attendesse a fare l’ufficio suo bene, e che quanto a lui e allo esercito gli auspizj erano retti, e se il Pollario aveva detto le bugie, ritornerebbono in pregiudizio suo. E perchè lo effetto corrispondesse al pronostico, comandò ai legati che costituissero i Pollarj nella prima fronte della zuffa. Onde nacque che andando contro ai nemici, sendo da un soldato romano tratto

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.