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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Disputa sull'idea del commercio.djvu{{padleft:10|3|0]]isolata del tale o tal atto ma nella ragione complessa del medesimo. Qui trattasi di idee di rapporto le quali assumono la loro qualità logica dal fine al quale sono subordinate e dal tutto al quale appartengono; e però prese singolarmente in senso assoluto non vi danno il carattere morale della mercatura. Prese per lo contrario in complesso o in senso relativo vi somministrano la qualità propria ossia la loro appartenenza esclusiva a questa professione.
Per la qual cosa, volendo ridurre ai minimi termini il concetto dell’atto mercantile o di mercatura, dir si può che sotto nome di atto mercantile debbe intendersi ogni funzione diretta al commercio di doppio cambio come sopra fu spiegato. Il commercio poi in generale consiste in quella funzione per la quale uno liberamente dà e l’altro liberamente ricambia una cosa rispettivamente stimata utile con reciproco accontentamento.
VI.
Ma poste queste idee in se verissime forsecchè appagar possono la dottrina della politica economia? Ecco una quistione alla quale nè il sig. Say, nè il signor Dunoyer hanno posto mente e cui pur tanto importava di esaminare. Accordo essere necessario di conoscere l’indole del commercio nei rapporti individuali e rispetto al tornaconto del possessore, del fabbricatore e del mercante; ma dico nello stesso tempo che l’economista non deve fermarsi a mezza strada e darci una cosa per un altra. Conviene certamente nell’architettura conoscere la qualità dei materiali di una