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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Dopo il divorzio.djvu{{padleft:154|3|0]] scano? Anche quel prete Elias Portolu che è da noi, che è tanto buono, voi lo conoscete, — che parla come un santo e non s’arrabbia mai, ebbene anche lui dice: no, no, no! Il matrimonio deve essere soltanto sciolto dalla morte! — E andate a farvi benedire, allora, se non comprendete la ragione! Vivere bisogna, sì o no? E quando non si può vivere, quando si è poveri come Giobbe? Quando non si ha lavoro, non si ha nulla, nulla, nulla? Ma ditemi voi, zia Porredda, e se in me fosse stata un’altra donna? E se non ci fosse stato il divorzio? Ebbene, che sarebbe accaduto? Il peccato mortale; sì, allora sarebbe accaduto il peccato mortale!
— Il peccato mortale! E poi la miseria, nella vecchiaia — ripetè zia Bachisia.
La serva portò la frutta: uva passa nera e lucente, pere raggrinzite gialle come foglie d’autunno.
La vecchia padrona porse il cestino delle frutta alla vecchia ospite, e la guardò con indicibile sguardo di compassione. Ecco, tutta la sua collera, il suo sdegno, il suo disprezzo cadevano davanti alla vile debolezza di quelle due donne. Disse mentalmente: — San Francesco bello, perdonatele perchè sono ignoranti, perchè sono selvatiche e vili.
Poi disse con voce raddolcita:
— Siamo vecchie, Bachisia Era: ed anche tu diventerai vecchia, Giovanna Era. E ditemi una cosa, ora. Cosa c’è dopo la vecchiaia?
— La morte.
— La morte. Sicuro, c’è la morte. E dopo la morte cosa c’è?