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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Dopo il divorzio.djvu{{padleft:198|3|0]] nocchia e si fecero il segno della croce, guardando con tenerezza i quattro bambini.
Anche questi guardarono in su; uno riconobbe un suo zio alla finestra e gli gittò un confetto rosso che ricadde sulla strada.
Prete Elias ed il piccolo sacerdote nuorese, vestiti di broccato e di merletti, pallidi e belli al riflesso delle stoffe preziose che indossavano, con le mani giunte e il viso composto, cantavano in latino.
— Che il diavolo ti fori la saccoccia, ecco quell’immondezza di Isidoro Pane, — disse Giacobbe, agitandosi — ecco, sembra il padrone della processione! Io lo sputo.
— Ferma! — impose Brontu.
Giacobbe raschiò per richiamare l’attenzione del pescatore, ma costui non sollevò neppure gli occhi. Egli intonava le preghiere e la folla rispondeva ad una sola voce.
Una massa di popolo variopinto riempì la strada, mentre la croce argentea dileguavasi sullo sfondo: uomini a capo scoperto, teste calve lucide di sudore, capelli neri unti, capelli neri ricciuti e lanosi, — teste di donne coperte da grandi fazzoletti di lana fioriti, — un fondo nero a macchie gialle, a righe rosse, a chiazze verdi, — il candore delle camicie sui petti delle donne, — volti rosei, — mani rosee, — occhi scintillanti, — labbra che si muovevano, — poi un vecchio zoppo, — una donna con due bambine, — tre vecchie, — un fanciullo con un fiore giallo in bocca, — riempirono la strada, — s’allontanarono, — dileguarono coll’ondulare melanconico