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ATTO IV. SCENA IV. 121

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Vita, o padre, preghiam supplici tutti
L’ira a depor che contro me ti accende,
A vendicarmi del fratel, che in bando
Mandommi, e della patria mi privò.
Che se l’oracol di credenza è degno,
La vittoria starà dalla tua schiera.
Quindi io te per le sacre urne de’ fonti,
E per gli nostri Iddii, padre, scongiuro
Di placarti, e venir. Chè noi pur siamo
Mendichi e peregrini; io poi costretto
Io sono, al par di te, prendere scarso
Vitto da mani forestiere. E intanto
L’usurpatore entro la reggia stassi
Me misero! in tripudio, ed impudente
Noi deride; ma io, se tu m’ascolti,
Lo punirò; e, lui cacciando, in trono
Te meco riporrò. Di tanto io posso,
Se tu lo vuoi, vantarmi. Ove tu il nieghi,
Io son perduto.

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