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ATTO IV. SCENA VI. 137

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La sacra tomba, ove prescrisse il fato
Che me spento coprir debba la terra.
Ver me venite, che da questa parte
La via mi segna il guidator Mercurio,
E la Dea dell’Inferno — oh! sospirata
Luce, che mia pur fosti un tempo, ed ora
Sei spenta in queste misere pupille,
Deh! tu rischiara per l'ultima volta
La mortale mia spoglia! Ecco già movo
A celar dentro dal profondo abisso
L’estremo della vita. — E tu fra tutti
Gli ospiti caro, e tu, cortese Atene,
E, voi di Atene abitatori, oh! siate
Fortunati voi sempre, e nella vostra
Fortuna rammentate il morto Edipo.

coro.
Strofe.

Se a me non è vietato
  Venerar colle preci

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