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ATTO I. SCENA VI. 39

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ismene.
 Per fermo il tengo,
Anzi ten reco i vaticinj.
edipo.
 E quali?
Parla; mi svela i lor responsi, o figlia.
ismene.
Tempo è vicin, che i Tebani terranno
Gran beneficio averti o vivo, o estinto.
edipo.
E che sperar da un tanto sventurato?
ismene.
Dicon: che lor fortezza in possederti
Sarà riposta.
edipo.
 In possedermi? E come
S’io non sono più nulla?
ismene.
 I Numi stessi,
Che ti prostraro in prima, insino al cielo
T’innalzeranno.

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