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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Elogio della pazzia.djvu{{padleft:183|3|0]]mercio? Rinunciate alla saviezza: imperocchè, come potreste voi fare un falso giuramento senza sentirvi straziare da un orribile rimorso? Come non potreste arrossire venendo colti in bugia? Come soffochereste quegli aspri e tormentosi scrupoli che provano i savi pel furto e per l’usura? Come potreste dispensarvi d’essere in una continua guerra con voi medesimi? Ambite le dignità e i beni ecclesiastici? Un asino ed un bufolo li conseguiranno assai meglio d’un filosofo. Amate la voluttà? Le donne che ne formano il principale scopo, corron dietro agli stolti e fuggono i savj come gli scorpioni. Chiunque finalmente vuol godere i piaceri della vita, deve troncare ogni relazione coi savj, e trattare piuttosto colla feccia del volgo. In breve, per unir tutto in una sola idea, volgetevi da ogni parte, e vedrete che i papi, i principi, i giudici, i magistrati, gli amici, i nemici, i grandi, i piccoli, tutti tutti agiscono in virtù dell’oro sonante; e siccome il filosofo, fuori del puro necessario, considera come sterco questo metallo, perciò non bisogna maravigliarsi se tutti sdegnano il suo commercio.
Ma quantunque il mio Elogio sia una fonte inesausta, egli è però giusto ch’io non abusi della vostra pazienza col trattenervi più a lungo con questa mia declamazione, onde ben tosto vi scioglierò dalla pena dell’attenzione. Vi prego d’accordarmi soltanto un picciol favore, necessario alla gloria mia. Qui forse saranno dei savj (giacchè i cattivi soglion sempre frammischiarsi ai buoni), i quali diranno che sono bella soltanto agli occhi miei, e non mancheranno i signori legisti di rinfacciarmi, che non cito alcun testo in mio favore. Citiamo pertanto a loro imitazione per dritto e per rovescio. Primieramente non può rivocarsi in dubbio quel trito pro-