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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Elogio della pazzia.djvu{{padleft:207|3|0]]
Per troncare più presto un compito che per sè stesso non finirebbe mai, voglio farvi vedere in succinto, che la religione cristiana mostra uniformarsi perfettamente alla pazzia, e non avere alcuna attinenza colla saviezza. Siccome questa proposizione sembra un vero paradosso, così non sono tanto irragionevole da pretendere che mi crediate sulla mia buona fede; per conseguenza vengo alle prove. In primo luogo vediamo che quelli, che con maggior sollecitudine intervengono ai sagrificj, ed alle altre cerimonie del culto, non sono già le persone più sensate; ma bensì i giovinetti, i vecchi le donne, e gl’ignoranti. E d’onde mai nasce in questi il desiderio d’avvicinarsi cotanto all’altare, e il trasporto che hanno per la divozione? Nasce da un impulso totalmente meccanico della natura. In secondo luogo i fondatori della cristiana religione, facendo professione di una maravigliosa semplicità, erano i nemici più dichiarati dello studio e delle scienze. Finalmente è impossibile di trovar dei pazzi più stravaganti di coloro che s’abbandonano interamente all’ardore della pietà cristiana. Essi gettano il danaro come l’acqua, disprezzano le ingiurie, si lasciano ingannare, non fanno alcuna differenza tra gli amici e i nemici, la voluttà fa loro orrore; l’astinenza, le vigilie, le lagrime, i patimenti, gli oltraggi, ecco tutte le loro delizie; inoltre odiano la vita, desiderano la morte: cosicchè si direbbe che sono assolutamente privi del senso comune, e che sono corpi senz’anima e senza sentimento. Che nome daremo mai a costoro, se non si conviene loro quello di pazzi? Perciò non deve sembrarci strano, se i Giudei credeano che gli Apostoli fossero ubbriachi. Il giudice Festo non avea forse ragione di prendere S. Paolo per uno stravagante?