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della pazzia | 25 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Elogio della pazzia.djvu{{padleft:38|3|0]]mini sulla fine de’ loro giorni! Ma sento pietà di loro, e ad essi porgo la mano. Non di rado le poetiche Divinità soccorrono pietosamente col divino segreto della metamorfosi coloro, i quali sono prossimi a perire, come Fetonte trasformato in cigno, Alcione in uccello, ecc. Imito anch’io in qualche modo queste benefiche Divinità. Quando la cadente vecchiezza conduce gli uomini sull’orlo della tomba, allora, quanto so e posso, li faccio rimbambire; onde nacque il proverbio: «I vecchi son due volte fanciulli.»
Voi mi dimanderete senza dubbio come ciò io faccia? Eccovo: guido queste cadenti teste al nostro fiume Lete (perchè, tra parentesi, voi saprete, che questo fiume trae la sua sorgente dalle isole Fortunate, e che un piccolo ramo è quello che scorre vicino all’Averno); faccio quindi ad essi tracannare a larghi sorsi questa acqua d’Obblio, e con tal mezzo, dissipando insensibilmente le loro cure, ripigliano la giovinezza. Ma dirassi ch’essi delirano ed impazziscono: a benissimo; poichè in questo consiste appunto il rimbambire. Non è forse proprio dei fanciulli il delirare e l’impazzire? Che cosa credete voi che maggiormente ci piaccia nei fanciulli? L’essere senza giudizio. Un figliuolo che parlasse ed agisse come un adulto non sarebbe egli un piccol mostro? Non potremmo a meno certamente di odiarlo e d’averlo in una specie d’orrore. Da molti secoli è triviale il proverbio: «Odio un fanciullo di precoce sapere.» Chi potrebbe egualmente sostenere commercio o famigliarità con un vecchio, che ad una lunga esperienza unisse tutto il vigor dello spirito e la forza del discernimento?
Per opera adunque della mia bontà il vecchio rimbambisce, e deve a me la liberazione da tutte