< Pagina:Elogio della pazzia.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

--------



PROEMIO


Quel naufrago che, nel Boccaccio, perdute tutte le sue ricchezze, e a un dito di perder la vita, si salva sopra una cassa che poi trova piena di preziosissime gioie, simboleggia quegli eruditi, che credendo navigare sicuri sopra venti o trenta volumi in foglio, affondano e periscono, se pur non si salvano con qualche breve scrittarello geniale, di cui non facevano nessun caso. Ma pochi sono gli eruditi che s’abbattano a tale scampo; i più muoiono senza redenzione, dopo avere illustrato o seccato la loro età, enormi cetacei, che ingoiano vivi molti libri in forma di pesci, che vi si trovano interi, quando altri gli sventri; non buoni ad altro che a fornir materia alla cucina e all’industria. Erasmo fu anch’egli enorme pei suoi in-foglio; ma vivo, etereo per lo spirito. I suoi cento e più libri giovarono tutti, più o meno, alla coltura e alla libertà di pensiero; la loro essenza vive negli studj moderni; ma la loro forma è come le reliquie del frantoio. Se non che l’elogio della Moria o Follìa lo salvò, come l’Utopia salvò il suo amico Tommaso Moro, a cui, per l’analogia del nome, ei l’avea dedicata.

Onorato Balzac raccoglieva i suoi capolavori sotto il titolo di Commedia umana; erano gran

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.