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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Elogio della pazzia.djvu{{padleft:73|3|0]]pienza fosse comune tra i mortali; anzi m’è avviso che in breve farebbe bisogno una nuova creta, e un nuovo Prometeo. Io però son quella che provvedo anche in questa parte, mantenendogli uomini nella ignoranza, nella sconsideratezza, nella dimenticanza de’ mali passati, e nella speranza d’un miglior avvenire; e così mescolandole mie dolcezze con quelle della voluttà raddolcisco il rigore del loro destino. Non solo quasi tutti gli uomini amano di vivere, ma perfino quelli il cui filo sta per essere dalla Parca reciso: quelli, che sono per lasciare la vita dopo un buon numero d’anni, non mostrano certamente alcuna premura di passare tra i morti. Quanto più gli uomini hanno motivo di esser mal contenti del vivere, tanto meno s’annoiano della vita, e con ciò fanno ben vedere di non trovar troppo lunghi i loro giorni. Sono un effetto della mia bontà que’ vecchi, che vedete giunti a Nestorea decrepitezza, ai quali omai nulla più

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