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della pazzia 61

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Elogio della pazzia.djvu{{padleft:74|3|0]]d’uomo rimane fuorchè la figura; imperocchè sono balbuzienti, deliranti, sdentati, canuti, calvi; o per meglio descriverli colle parole di Aristofane, sono rugosi, curvi, senza il minimo avanzo di virilità, e ciò non ostante amano con trasporto la vita. Nè si limitano questi vecchioni insensati al sola piacere dell’esistenza; ma si studiano eziandio d’imitare per quanto ponno la gioventù: l’uno annerisce i suoi bianchi capelli, l’altro nasconde sotto una parrucca la calva testa: quello si rimette dei denti tolti in prestito da qualche porco; costui si innamora alla follia d’una giovane, e fa per essa di quelle pazzie, che si vergognerebbe di fare un giovinetto. Siamo così soliti a vedere un uomo tutto curvo sotto il peso degli anni, e che ormai più non vede che la terra, in cui è per discendere; a vederlo dico, sposare una giovinetta senza dote, e sposarla

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