< Pagina:Elogio della pazzia.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

della pazzia 67

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Elogio della pazzia.djvu{{padleft:80|3|0]]questi signori laureati. Inoltre, questa professione, come da moltissimi la vediamo al giorno d’oggi esercitata, si riduce ad una specie di adulazione, quasi quasi come l’eloquenza.

Dopo i medici vengono immediatamente i legulei o mozzorecchi: non saprei se questi supposti figli di Temi abbiano la precedenza sui seguaci di Esculapio; basta, se la sbrighino tra di loro. Quello che v’ha di certo si è, che i filosofi, quasi di unanime consenso, mettono in ridicolo i legali, chiamando giustamente questa professione scienza asinesca. Ma siano pur asini fin che vogliono, saranno però sempre costoro gl’interpreti delle leggi, e i regolatori di tutti gli affari. A buon conto questi signori estendono i loro lati-fondi, mentre il povero teologo, dopo aver frugati tutti gli scrigni della Divinità, è costretto a mangiar delle fave, ed a fare un’eterna guerra cogl’insetti più schifosi.

Da tutto quanto abbiam detto intorno alle discipline, si può conchiudere che le arti più vantaggiose siano quelle, che hanno maggior attinenza con la

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.