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“Sorella Anna, tu che insonne vegli
sulla torre più alta, e conti gli astri
e le nuvole in cielo, e i violastri
12veli dell’alba cingi a’ tuoi capegli:
se è ver che la Speranza t’assomiglia
e che il tuo sguardo scorge oltre il mistero,
mira se lungi appaia un cavaliero
16lanciato a corsa su disciolta briglia.
Forse or non è che un punto all’orizzonte,
solo un punto: e convien, sì, ch’ei galoppi!...
Ma è lui: verrà: l’attendo ormai da troppi
20anni: verrà dal mare, o pur dal monte.
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