< Pagina:Esilio - Ada Negri, 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
150 | compagni di strada |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esilio - Ada Negri, 1914.djvu{{padleft:160|3|0]]
Ecco i robusti giovani e le nuore,
e grappoli di bimbi fior-di-pesco.
Fra i rudi attrezzi del mestiere, il desco
12è pronto, con la fede e con l’amore.
Prima ch’io sieda accanto al patriarca
niveo-barbuto, — ed a’ miei piedi il cane
guarderà calmo, con pupille umane —
16benedirò la vostra mensa parca.
Uscirà tutta, — vinta dall’incanto, —
l’anima vostra dal viluppo oscuro,
tacita accompagnando il segno puro
20nell’aria, e il filo tremulo del canto.
Tutta la stanza splenderà nei volti
estatici, nei vetri, nei metalli,
nei fasci d’armi avvezze, per le valli
24fertili, a smover terra, a falciar côlti,
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.