< Pagina:Esilio - Ada Negri, 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
170 compagni di strada

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esilio - Ada Negri, 1914.djvu{{padleft:180|3|0]]



e s’abbattè come s’abbatte un ramo
a terra, e rise con riversa gola,
e pianse: a lui gettando la parola
12ancor non detta ad uom vivente: — Io t’amo.—


٭



E prega, umìle, il Falco che non l’ode:
— Io non ti chieggo, o domator di vento,
con qual poter foggiasti lo strumento
16che ti solleva a le celesti prode.


Ma esso è te. Se or tu, con teso rostro,
su me piombassi per ghermirmi, e via
mi rapinassi a volo, e per magia
20d’ali e d’amore il cielo fosse nostro.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.