< Pagina:Esilio - Ada Negri, 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
176 compagni di strada

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esilio - Ada Negri, 1914.djvu{{padleft:186|3|0]]



ed io mi persi a capofitto, giù,
col desiderio folle d’annientarmi
tra forti braccia che potean spezzarmi
12come la creta. — Ma non eri tu. —


Così, polvere e cenere divenne
ciò ch’io toccai. Seccarono le polle.
Avvizzirono i tralci e le corolle,
16e morte, in vita, in suo poter mi tenne.


Tu, nato troppo presto o troppo tardi,
per me creato ed a me occulto, solo
perch’io son sola, indifferente al volo
20degli anni, se nel tuo deserto guardi!...


Tu, che m’avresti avuta come il mare
ha l’onda, uguale a te ma in te perduta,
e nel dominio avvolgitor veduta
24a somiglianza tua trasfigurare!...

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.