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204 | compagni di strada |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esilio - Ada Negri, 1914.djvu{{padleft:214|3|0]]
Forse il fratel ch’io cerco è quel che il viso
ora mi tende, e il cuor nel viso, emerso
sopra la folla. Ed ecco, mi s’è sperso....
12Ma un altro volto scorgo, e un altro riso.
Come se dal mio alvo fosse espresso
il mondo è mio, sol perchè il vedo in sogno:
quel che ho non curo, e quel ch’è incerto agogno,
16e mangio e bevo del mio sangue istesso.
Delizia del cadere, e poi delizia
del drizzarsi d’un balzo, senza chiedere
aiuto: e non guardar che la mia fede.
20e portar dentro me la mia milizia!...
E vado. Ad ogni membro ho qualche benda
su qualche vecchia o giovine ferita.
Pur, così come a me t’abbranchi, o vita,
24troppo bella sei tu perch’io t’offenda.