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12 | solitudini |
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han, nel profondo ove s’accolgon bieche,
(e chi dir non le volle in sè le udrà
sempre) un’allucinante fissità
12di facce spente, di pupille cieche.
O creatura dalle chiuse labbra,
sulla parte di te che fu soppressa
il tuo silenzio è pari a una compressa
16gelida su ferita che si slabbra.
O creatura che disìo non chiama
più, che amor più non svegliai... Un’ora sola
a te segnava Iddio per la parola
20che non dicesti: ed or dentro ti clama.
Rannìcchiati in disparte, ingoia il pianto,
avvilùppati d’ombra. È tardi adesso
per la tua verità. Tu sei già presso
24la soglia eterna, ove il silenzio è santo.
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