< Pagina:Esilio - Ada Negri, 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
212 compagni di strada

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esilio - Ada Negri, 1914.djvu{{padleft:222|3|0]]



Se un balenar m’illude, altri mi scosta,
brutale, sibilando: — Questo è mio: —
.... ma non è oro, è talco. — Ed altri ed io
12torniamo, insonni, alla superba posta.


Intorno e innanzi a me scorgo perversi
volti, quadre e selvatiche mascelle
di animali da preda; e le favelle
16incrocian sfavillìi di stocchi avversi.


E il furor della lotta e l’ingordigia
tende ed ingrossa i muscoli, scolpisce
forza odio frode sopra i volti; e strisce
20di sangue irrigan la petraia grigia.


.... Scòpriti finalmente, Oro, bell’Oro,
ragion di vita, fonte della grazia.
Il polso e il braccio sul piccon si strazia,
24cedon le fibre all’improbo lavoro.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.