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226 | compagni di strada |
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III.
“Libera me da me.„
Infilar presso a te punto su punto
nel tugurio ove ignori e sonno e pace,
o dolorosa, che, se il labbro tace,
60riveli il tuo patir nel volto smunto:
dell’aratro con te tirar la stanga
per fender solchi che ci diano il pane,
uomo, che tutte le scïenze umane
64sai, poi che in pugno sai stringer la vanga:
santificar con libero e fraterno
gesto il tuo maglio, o fabbro, il tuo piccone,
o minatore, la tua passïone
68umile, o schiavo del travaglio eterno!...
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