< Pagina:Esilio - Ada Negri, 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
226 compagni di strada

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esilio - Ada Negri, 1914.djvu{{padleft:236|3|0]]


III.

Libera me da me.

Infilar presso a te punto su punto
nel tugurio ove ignori e sonno e pace,
o dolorosa, che, se il labbro tace,
60riveli il tuo patir nel volto smunto:


dell’aratro con te tirar la stanga
per fender solchi che ci diano il pane,
uomo, che tutte le scïenze umane
64sai, poi che in pugno sai stringer la vanga:


santificar con libero e fraterno
gesto il tuo maglio, o fabbro, il tuo piccone,
o minatore, la tua passïone
68umile, o schiavo del travaglio eterno!...

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.