< Pagina:Esilio - Ada Negri, 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
14 solitudini

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esilio - Ada Negri, 1914.djvu{{padleft:24|3|0]]



Attinge l’acqua con antica corda
al pozzo, e coglie l’erbe, e l’acciarino
batte, per suscitar dentro il camino
12la fiamma, una schiavetta muta e sorda.


Nel focolare ardono ceppi enormi,
e le mobili lingue azzurre e gialle
s’inseguono, s’intrecciano, farfalle
16e serpi, in guizzi, in fughe, in nodi informi:


l’allegrezza selvaggia della vampa
sibila, rugge, splende, s’invermiglia
d’odio e di sangue, e snoda ed attorciglia
20tentacoli. — E m’esalto, io, della vampa. —


D’essa mi nutro, e del mio chiuso cuore.
Ho, per la sete, qualche frutto, e il secchio.
Ricopersi d’un vel ciascuno specchio
24per non tremar davanti al mio pallore.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.