< Pagina:Esilio - Ada Negri, 1914.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

La casa del silenzio 15

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esilio - Ada Negri, 1914.djvu{{padleft:25|3|0]]



Ch’io non ricordi!... Che il passato in torbide
acque sprofondi come bestia morta
scagliata a fiume lungi dalla porta
28di casa, a che il suo lezzo non ammorbi!...


Ch’io non ti porti più così ferita
pel mondo, camminando su rasoi
taglienti, anima ignuda, che non vuoi
32morire, e tanto sprezzo hai per la vita!...


.... Giardin ch’io sogno, i tuoi cancelli spranga.
Bizzarri e inestricabili viluppi
di tronchi e fronde, e rose e rose a gruppi
36sorgon dal suolo che non sa la vanga.


In te il silenzio è cosa viva, ch’io
stringo a me come un mazzo di corolle.
D’esso mi nutro, e del mio sogno folle.
40D’esso mi fascio, e son simile a Dio.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.