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LA SOSTA.


M’appoggio a un tronco, scivolo a ginocchi,
confondo anima e corpo alle contorte
radici. — E tu credevi d’esser forte,
4povera donna!... — Or sosto un poco. Ho gli occhi


stanchi di sole: anche il cervello. Ho questi
densi effluvi nel sangue, come un tossico
inebriante ed omicida. Ho gli ossi
8che mi dolgono, come in chi si desti

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