Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 146 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esiodo - Poemi, 1873.djvu{{padleft:154|3|0]]cioè che il furore della vendetta divina si spinga fino a involgere intere città nella pena d’un solo. — Vedi Bib., Giosuè, c. VII; e Oraz., Od. II, lib. III, v. 29; Epist. I, lib. II, v. 14.
7 Questo aggiunto insolente non faccia maraviglia. L’espressione greca che gli corrisponde era divenuta d’uso comune e quasi convenuta in simili contingenze. L’Oracolo rispondendo a Creso gli dice pure: «O Lidio, re di molti popoli, o stoltissimo Creso.» (Erod., I, 85, passo citato da Göttling.) È il tono di superiorità assunto da chi sa verso chi non sa.
8 Vedi la stessa sentenza in Omero, Il., XXIV, 45.
9 Forma proverbiale per significare qualunque avere, e ci porta in piena epoca pastorizia, in cui tutta la ricchezza consisteva in armenti e greggi.
10 Le stesse che i Latini diceano Vergilie. Vedi Plinio Stor. Nat. XVIII, 69.
11 Fu la prima macina degli antichi.
12 Si parla d’una forma speciale di pane. Il senso intimo delle parole è, che l’aratore si nutra bene, ma presto, per non sottrar tempo al lavoro.
13 Lo scarso ricolto era talvolta attribuito a imprecazioni di malevoli e ad opera di malia. Fu una superstizione assai estesa nell’antichità. Vedi Leggi delle XII Tavole, raccolte dal Dirsken, pag. 539.
14 I poveri e gli oziosi in Grecia raccoglievansi d’in-