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96 | ESPERIEN. INT. AGL’INSETTI |
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Ascanius curvo direxit spicula cornu:
Nec dextrae erranti deus abfuit, actaque multo
Perque uterum sonitu perque ilia venit arundo.
Ed il gran Tertulliano cap. 10. della fuga nelle persecuz. favellando di Giona: Sed illum non dico in mari et in terra, verum in utero etiam bestiae invenio. Apuleio ancora, nel lib. 4 della Metamorf., adoprò questa voce nella stessa significazione; perlochè son degne di vedersi sopra questo luogo l’eruditissime note di Giovanni Priceo, famosissimo letterato inglese e nostro comune amico. Non errò dunque Plinio, quando scrisse che il ragnatelo Orditur telas, tantique operis materiae uterus ipsius sufficit. Errò bene Aristotile, quando nel libro nono della storia degli animali, contraddicendo al sapientissimo Democrito, fu d’opinione che i ragnateli non si cavino il filato dalle parti interne del ventre, ma dall’esterne di tutto quanto il loro corpo, quasi che la materia di quel filo fosse una certa lanugine o peluria che gli vestisse per di fuora come una scorza; ma Tommaso Moufeto si avvide dell’errore di Aristotile, s’accorse parimente, facendone l’esperienza, il celebre e dottissimo padre Giuseppe Blancano della venerabil Compagnia di Giesù ne’ suoi stimatissimi Commentari sopra le cose matematiche scritte da Aristotile. Lo