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DI FRANCESCO REDI. 131

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu{{padleft:133|3|0]]simo strappato fuor del corpo tutte quante le viscere, osservammo, dico, che continuavano a vivere o a muoversi, in quella guisa appunto che fanno le vipere sventrate ed altri molti insetti; per lo che ad alcun’altri tagliammo il capo, ed il capo senza ’l busto per qualche breve tempo vivea; ma il busto senza ’l capo vivacissimamente per lungo tempo brancolava, come se avesse tutti quanti gli altri suoi membri; onde per ischerzo e per un giuoco da villa ci risolvemmo a rinnestare il capo su ’l busto, e ci riuscì con quella stessa facilità colla quale riusciva di rinnestarsi le membra all’incantatore Orrilo, di cui il grand’epico di Ferrara.

  Più volte l’han smembrato, e non mai morto,
  Nè per smembrarlo uccider si potea,
  Che se tagliato, o mano, o gamba gli era,
  La rappiccava, che parea di cera.
Or fin’ a’ denti il capo gli divide
  Grifone, or Aquilante fin’ al petto.
  Egli de’ colpi lor sempre si ride;
  S’adiran’ essi, che non hanno effetto.
  Chi mai d’alto cader l’argento vide,
  Che gli alchimisti hanno mercurio detto,
  E spargere e raccor tutti i suoi membri,
  Sentendo di costui, se ne rimembri.

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