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DI FRANCESCO REDI. 11

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu{{padleft:15|3|0]]rattenute se ne stanno come in un vaso oziose, e quasi addormentate, sopravvenendo il calore ambiente, e disponendo la materia, si risentono quegli estremi residui d’anime, e si risvegliano a dar novella vita a quella corrotta materia e organizzarla in foggia di proprio strumento. Egli c’è ancora un’altra maniera di savie genti, le quali tennero e tengono per vero, che tal generazione derivi da certi minimi gruppetti ed aggregamenti di atomi, i quali aggregamenti sieno i semi di tutte quante le cose, e di essi semi le cose tutte sien piene. E che ne sieno piene lo confessano ancora molti altri, dicendo che sì fatte semenze nel principio del mondo furono create da Dio, e da lui per tutto disseminate e sparse, per render gli elementi fecondi, non già d’una fecondità momentanea e mancante, ma bensì durevole al pari degli elementi stessi; ed in questa maniera dicono potersi intendere quello che ne’ sacri Libri si legge, avere Iddio create tutte le cose insieme. Ma quel grandissimo filosofo de’ nostri tempi, l’immortale Guglielmo Arveo, ancor’ egli ebbe per fermo che fosse a tutti quanti i viventi cosa comune il nascere dal seme, come da un uovo; o che venga questo seme dagli animali della medesima spezie, o che d’altronde a caso derivi e proceda. Quippe omnibus viventibus id com-

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