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DI FRANCESCO REDI. 155

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu{{padleft:156|3|0]]tutte in animaletti volanti, ciascuno della propria sua spezie. E qui non mi posso contenere ch’io non ve ne descriva il nascimento e la trasformazione d’una o di due sorte, che servirà forse per chiarezza maggiore.

Le spezie delle ciriege bacano quasi tutte indifferentemente sull’albero, e quando elle inverminano, ogni ciriegia inverminata ha sempre un sol baco, nè mai in una sola ciriegia n’ho potuto trovar due. Il baco è bianco, senza gambe, ed ha la figura del cono, come quegli delle mosche descritti nel principio di questa Lettera: fin tanto ch’e’ si mantien baco, attende solamente a nutrirsi ed a crescere senza mai sgravarsi degli escrementi del ventre; quando egli è arrivato alla necessaria sua grandezza, si fugge da quella ciriegia, nella quale è nato, e cerca luogo da potersi rimpiattare, e quivi appoco appoco si raggrinza e s’indurisce e si trasforma in un piccol uovo bianco lattato senza mutar di colore, dal qual uovo, finchè non è passato il principio della futura primavera, non si vede mai nascer cosa veruna; ma, avvicinandosi la state, ne scappa fuora una moschetta di color nero tutta pelosa; e i peli del dorso e quegli della testa, che son più radi, sono ancora più lunghi di que’ del ventre. Sul dorso si vede un mezzo cerchio di color d’oro,

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