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DI FRANCESCO REDI. | 15 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu{{padleft:19|3|0]]male alcuno perfetto o imperfetto che ei si fosse; e che tutto quello che ne’ tempi trapassati è nato, e che ora nascere in lei o da lei veggiamo, venga tutto dalla semenza reale e vera delle piante e degli animali stessi, i quali col mezzo del proprio seme la loro spezie conservano. E se bene tutto giorno scorghiamo da’ cadaveri degli animali e da tutte quante le maniere dell’erbe e de’ fiori e de’ frutti imputriditi e corrotti nascere vermi infiniti;
Nonne vides quaecunque mora fluidoque calore
Corpora tabescunt in parva animalia verti?
io mi sento, dico, inclinato a credere che tutti quei vermi si generino dal seme paterno, e che le carni e l’erbe e l’altre cose tutte putrefatte o putrefattibili non facciano altra parte nè abbiano altro ufizio nella generazione degl’insetti se non d’apprestare un luogo o un nido proporzionato in cui dagli animali nel tempo della figliatura sieno portati e partoriti i vermi o l’uova o l’altre semenze dei vermi, i quali, tosto che nati sono, trovano in esso nido un sufficiente alimento abilissimo per nutricarsi; e se in quello non son portate dalle madri queste suddette semenze, niente mai, e replicatamente niente, vi s’ingeneri e nasca. Ed acciocchè, o Signor Carlo, ben possiate vedere che quello è vero ch’io vi dico,