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204 | ESPERIEN. INT. AGL’INSETTI |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu{{padleft:201|3|0]]ghietturare le proporzioni delle grandezze di queste bestiuolucce, quando l’ho fatte disegnare, mi son servito sempre d’uno stesso microscopio di tre vetri, lavorato in Roma da Eustachio Divini con lodevole e delicata squisitezza.
Coll’aiuto di questo solo microscopio son rappresentate tre differenti razze di formiche non alate che si trovano in Toscana: il punteruolo del grano; il bacherozzolo che rode i canditi e le droghe; quello che va pellegrinando tra’ capelli e nel dosso degli uomini; quell’altro che si appiatta fra’ peli dell’anguinaia; il pidocchio dell’asino, del cammello e d’un certo montone affricano venuto di Tripoli di Barberia, il quale di figura e di grandezza è simile a’ castroni del Fisan e, come quegli, ha l’orecchie larghe e pendenti, e la coda sottile e lunga fino in terra; ma essendo armato di due gran corna e avendo il pelo più lungo delle capre, più grosso e più ispido, si riconosce essere d’una razza differente da quella del Fisan. Nello stesso modo è disegnata la zecca del capriuolo e della tigre. La zecca del leone ha per appunto la stessa figura di quella della tigre, solamente differente nel colore e nella grandezza, essendo molto maggiore quella del leone; la quale è tutta di color lionato chiaro, eccetto in una parte del