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DI FRANCESCO REDI. | 45 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu{{padleft:49|3|0]]se lo persuade il dottissimo padre Onorato Fabri, le di cui opere famose non saran mai sepolte nelle tenebre della dimenticanza. Molti e molti altri ancora vi potrei annoverare se non fossi chiamato a rispondere alle rampogne di alcuni che bruscamente mi rammentano ciò che si legge nel capitolo quattordicesimo del Sacrosanto Libro de’ Giudici: che Sansone colà nelle vigne di Tannata, avendo ammazzato un leone, e volendo dipoi rivederne il cadavero, ritrovò in quello uno sciame bellissimo di api le quali vi aveano fabbricato il mele; dal che fu indotto Tommaso Moufeto a scrivere nel suo Teatro degl’insetti che le api, altre nascono dalla carne de’ tori, e son chiamate ταυρογενεῖς ed altre dalla carne de’ leoni, e son dette λεοντογενεῖς e che queste son di miglior razza e più generose e più forti: e di qui avviene che, ribollendo loro in seno i semi della paterna ferocia, non temono di assalire, se irritate sieno, gli uomini stessi e di ammazzare ancora ogni animale più grande; onde Aristotile e Plinio fanno testimonianza da quelle essere stati uccisi infin de’ cavalli: quindi soventi fiate ne’ Sacrosanti Libri vengon paragonati i più forti ed i più terribili nemici alle pecchie e particolarmente in Isaia. Sibilabit Dominus api, quae est in terra Assur; il che da’ Caldei fu interpretato,