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DI FRANCESCO REDI. | 51 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu{{padleft:55|3|0]]davanti; ed io più volte ne ho fatta la prova; e non si contentano di mangiarne ma, razzolandole e facendone alcune piccole pallottole, se le portano per avventura ne’ loro vespai; e ne son queste bestiuole così rottamente golose che talvolta per cibarsene hanno ardire d’affrontare gli animali viventi; e Tommaso Moufeto nel Teatro degl’insetti racconta essere stato osservato in Inghilterra che un calabrone, perseguitando una passera, e finalmente avendola ferita e morta, fu veduto satollarsi del di lei sangue. Non la perdonano altresì alle carni umane: quindi è che Cointo Smirneo disse che i Greci in compagnia di Neoptolemo si scagliavano alla battaglia, come fanno per appunto le vespe quando, spiccandosi da’ loro vespai, bramano pascersi di qualche corpo umano; e quel sovrano Poeta, che nelle sue divine Opre,
- Mostrò ciò che potea la lingua nostra,
prese argomento di descriver favoleggiando le pene d’alcuni che nella prima entrata dell’Inferno erano tormentosamente puniti,
Questi sciaurati, che mai non fur vivi,
Erano ignudi e stimolati molto
Da mosconi e da vespe ch’eran’ ivi;
Elle rigavan lor di sangue il volto,
Che, mischiato di lagrime, a’ lor piedi