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DI FRANCESCO REDI. 55

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu{{padleft:59|3|0]]mitino di tempo in tempo delle pecchie, che ciò avvenga perchè le abbiano prima inghiottite vive nel tempo forse che rubano il mele dagli alveari. Il n’y a point d’apparence (dic’egli) de croire que ces abeilles s’engendrent dans le corps de cette sorte de serpens; & il est vrassemblable que ces serpens les ayant avallèes avec leur miel, car la plus part des serpens aiment les choses douces, ils les revomissent de suite, en estant piquez. E una sola volta forse che ciò sia accaduto e che sia stato osservato, può aver dato luogo alla favola ed all’universale credenza. Sia com’esser si voglia, che io tra queste suddette favole novero ancora quell’altra, che le vespe e i calabroni riconoscano il loro nascimento da alcune maniere di carni putrefatte, ancorchè dal consenso universalissimo d’infiniti autori venga affermata per vera ed infallibile.

Antigono, Plinio, Plutarco, Nicandro, Eliano ed Archelao citato da Varrone, insegnano che le vespe abbiano origine dalle morte carni de’ cavalli. Virgilio lo confessa non solo delle vespe, ma ancora de’ calabroni. Ovidio, tacendo delle vespe, fa menzione de’ calabroni solamente;

Pressus humo bellator equus crabronis origo est.
Tommaso Moufeto riferisce che dalla carne più

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