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DI FRANCESCO REDI. 65

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  Σφόνδυλοι ἐννεάδεσμοι ὑπερ τείρουσι κεραίης

ancorchè il di lui Greco Scoliaste, come eruditissimamente osservarono il Bociarto, il Gorreo e l’Aldrovando, dica in questo verso di Nicandro la voce ἐννεάδεσμοι significare lo stesso che πολύδεσμοι. Quindi soggiugne lo Scoliaste: Οὔτε οὖν διὰ τὸ ἐννέα δέσμους ἔχειν ὥς φησιν ἀντίγονος, τὸ ἐννεάδεσμοι εἶπεν, οὔτε διὰ τὸ ἐννεασπονδύλους, ὥς φησι δημήτριος. τοὺς γὰρ σπονδύλους ὁ σκόρπιος οὐ πλείους ἔχων τῶν ἑπτὰ ὁρᾶται, ἀλλὰ καὶ αὐτοὺς σπανίους, καθὰ φησιν ἀπολλόδωρος, cioè: usa la voce ἐννεάδεσμοι, non perchè gli scorpioni abbiano nove congiunture, come dice Antigono; nè perchè abbiano nove vertebre, come vuole Demetrio; imperocchè non si vede mai scorpione che abbia più che sette vertebre; il che avvien di rado, per quanto scrive Apollodoro. E per prova di questo pensiero dello Scoliaste molti pellegrini luoghi di vari scrittori apporta il Bociarto, i quali voi molto bene avrete veduti appresso quel grandissimo letterato, onde per brevità maggiore gli tralascio.

Non voglio già tralasciar di dirvi, che, siccome tutti quegli scorpioni dell’Italia, che da me sono stati osservati, anno sei sole vertebre, o spondili, o nodi nella coda, così parimente gli scorpioni dell’Egitto non ne anno più di sei, come ho potuto vedere in alcuni che l’anno 1657. da quel paese furon mandati al Serenissimo

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