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libro secondo 101

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V

Al silenzio

(1780)

  Dal cupo orror delle cimmerie grotte
discendi velocissimo,
pallido figlio della buia notte,
Silenzio placidissimo.

  5Giá ride Cinzia nel vivace argento,
le stelle giá biondeggiano,
e su le aquilonari ale del vento
i sogni pargoleggiano.

  Su freddi lini Clori invidiosa
10chiuse ha le stanche ciglia:
chiama le mie promesse, e non riposa
l’occhicerulea figlia.

  Ma come, oh Dio! potrò stringerla al petto,
come saziar la voglia,
15se ho da varcar, presso il materno letto,
la perigliosa soglia?

  Guidami tu fra le chet’ombre, o nume,
all’amor mio propizio:
t’offro, languente su l’amiche piume,
20la bella in sacrifizio.

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