< Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

scherzi 181

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu{{padleft:187|3|0]]

II

Il gabinetto

(1777)

  Conca, che al tepido spirar di Zeffiro
secondi i placidi moti del mare,
per l’onde chiare,
a questo lido
5reca l’amabile diva di Gnido.

  Presso del morbido sofá l’aspettano,
sul nudo gomito curvi, i Piaceri,
e gli origlieri
le capricciose
10biformi Veneri spargon di rose.

  Varca la vitrea finestra un raggio,
in croceo frangesi velo ondeggiante,
e va tremante,
per l’aria oscura,
15di luce a tingere l’opposte mura.

  Cinti in purpurea stola, si veggono
ne’ specchi pendere mille su l’ali
Silfi immortali,
cui il crin disciolto
20di manto è agli omeri, di benda al volto.

  Chi reca balsami entro di sassone
tazza, piú lucida dell’alabastro,
chi scioglie un nastro,
chi lo rilega,
25chi scuote un pettine, chi un lin dispiega.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.