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  Al sen lo stringe e, lucide
le tremule pupille,
95le rosee gote irrigano
di fuggitive stille.

  Aci i singhiozzi rendono
e Galatea confusi,
e spesso i nomi languono
100presso il finir delusi.

  Le vive gocce cadono
a ricercar tremanti,
ed a lambire instabili
le labbra palpitanti.

  105Il vivo umor ne suggono,
mentre le chiome ignote
fuggenti le rasciugano
su le rigate gote.

  Quale sará quel barbaro
110tiranno cor sdegnoso,
che a così dolci lacrime
non diverrá pietoso?

  Yolea il ciclope svellere
un altro sasso, e chino
115ei giá pendea d’un scoglio
su l’ondeggiar vicino;

  ma l’onda crebbe e l’invido
etnèo pastor deluse,
e nei pietosi vortici
120le lacrime confuse.

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