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scherzi 253

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  L’aride legna apprestami,
30in ordin le dispone,
e avviva nel carbone
la fiamma che fuggì.

  Rumoreggiando stridula
cresce superba, e un dolce
35sparge tepor, che molce
il gelido rigor.

  Le tarde membra scuotono
l’avaro gel, che langue,
e piú fugace il sangue
40va palpitando al cuor.

  Si desta allor piú fervido,
fra lo scherzar felice
di fantasia pittrice,
l’audace immaginar,

  45che su le corde rapide
di tosca cetra aleggia
e i numeri vezzeggia,
che solca Flacco usar.

  Di Chianti ambrosia, in anglico
50vetro genial, m’invita
dell’inquieta vita
le cure ad obliar!

  Su l’orlo pargoleggiano
le Gioie lusinghiere,
55e il tremulo Piacere
nel curvo fondo appar.

  Le Grazie il crin m’intrecciano
di persa e di tardive
rose, che van, lascive,
60cercando libertá.

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