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  Togli dell’arse guance,
togli i smirnei colori
e i bianchi vel, che spirano
d’intorno assiri odori.

  Di quelle sete spògliati,
che il Gallo a noi vicino
ci manda, che figurano
volti di Pechino.

  Riponi omai le gravide
tazze di buon liquore:
piú ravvivar non possono
l’antico tuo vigore.

  Perché la bella Fillide,
bionda, dai neri lumi,
si presto mi rapirono
invidiosi i numi;

  e amici a te serbarono
la non curata vita?
Potea la pigra Lachesi
aver la tela ordita!

  Gli Amor non piangerebbero
or, disprezzati arcieri;
né profanati Venere
vedrebbe i suoi misteri.

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